Atto impositivo notificato ad un familiare: necessaria la raccomandata informativa
La Corte di Cassazione, VI sezione civile, con l’ordinanza n. 17235/2018 del 2.7.2018 ha chiarito il momento in cui si perfeziona la notifica di un atto impositivo notificato ad un familiare (nel caso di specie la moglie), cd. irreperibilità relativa. Per gli ermellini tale notifica si perfeziona esclusivamente con la ricezione della raccomandata informativa al destinatario.
La Suprema Corte, ribadendo quanto stabilito dalla V sezione civile con la sentenza n. 2868/2017, ha osservato che l’art. 60 Dpr n. 600/1973, per le notifiche ai contribuenti, fa riferimento agli artt. 137 e seguenti del c.p.c. ed ha previsto, per il caso in cui la notifica venga effettuata dal messo comunale o dal messo autorizzato dall’ufficio delle imposte, questi devono far sottoscrivere al consegnatario l’atto o l’avviso (o indicare i motivi del rifiuto di sottoscrivere). Inoltre, la norma citata stabilisce che laddove il consegnatario dell’atto non sia il destinatario, il messo dovrà consegnare l’atto in busta sigillata e darne avviso al destinatario a mezzo di lettera raccomandata.
Tale adempimento, secondo i Giudici di legittimità, è necessario per il completamento della notificazione, la quale si perfezionerà solo con l’effettiva ricezione della raccomandata informativa da parte del destinatario.
Cassazione Civile, VI Sezione, ordinanza n. 17235 del 2 luglio 2018
Fatti e ragioni della decisione
XXX ha proposto ricorso per cassazione, affidato a due motivi, contro l’Agenzia delle entrate, impugnando la sentenza della CTR Veneto indicata in epigrafe, con la quale è stato respinto l’appello del contribuente e confermata la legittimità del preavviso di fermo in relazione alla rituale notifica dell’atto propedeutico, effettuato con raccomandata consegnata alla moglie del contribuente pur senza l’inoltro di raccomandata informativa al destinatario. L’Agenzia delle entrate si è costituita con controricorso Il procedimento può essere definito con motivazione semplificata.
Il primo motivo di ricorso, con il quale si prospetta la violazione del D.P.R. n. 600 del 1973, art. 60, comma 1, lett. b) bis e dell’art. 19 c.p.c., è manifestamente fondato.
Ed invero, questa Corte ha di recente ricordato che l’art.60 dPR n.600/73, nel caso la notifica venga eseguita dai messi comunali o dai messi speciali autorizzati dall’ufficio delle imposte, il messo deve fare sottoscrivere dal consegnatario l’atto o l’avviso ovvero deve indicare i motivi per i quali il consegnatario non ha sottoscritto prevedendo ancora alla lett. b) bis che, nel caso il consegnatario non sia il destinatario dell’atto o dell’avviso il messo consegni o depositi la copia dell’atto da notificare in busta sigillata, su cui trascrive il numero cronologico della notificazione, dandone atto nella relazione in calce all’originale e alla copia dell’atto stesso – cfr. Cass. n. 2868/2017. Nella medesima circostanza si è aggiunto che il consegnatario deve sottoscrivere una ricevuta e il messo deve dare notizia dell’avvenuta notificazione dell’atto o dell’avviso, a mezzo di lettera raccomandata, poi espressamente ritenendo che il tenore letterale della disposizione configura la raccomandata informativa come un adempimento essenziale del procedimento di notifica: tale è l’orientamento giurisprudenziale di questa Corte che, tenuto conto delle pronunce della Corte Costituzionale n. 258 del 22 novembre 2012 relativa al D.P.R. n. 602 del 1973, art. 26, comma 3 (ora 4) e n. 3 del 2010 che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 140 c.p.c., nella parte in cui prevede che la notifica si perfeziona, per il destinatario, con la spedizione della raccomandata informativa, anziché con il ricevimento della stessa o, comunque, decorsi dieci giorni dalla relativa spedizione – ha deciso che nei casi di “irreperibilità cd. relativa” del destinatario va applicato l’art. 140 c.p.c., in virtù del combinato disposto D.P.R. n. 600 del 1973, citato art. 26, u.c. e art. 60, comma 1, alinea, sicché è necessario, ai fini del suo perfezionamento, che siano effettuati tutti gli adempimenti ivi prescritti, incluso l’inoltro al destinatario e l’effettiva ricezione della raccomandata informativa del deposito dell’atto presso la casa comunale, non essendone sufficiente la sola spedizione. Sez. 5, Sentenza n. 25079 del 26/11/2014′- cfr. Cass. n. 2868/2017. A tale principio non si è conformato il giudice di merito che ha, per converso, escluso la necessità della raccomandata informativa in caso di consegna della raccomandata a familiare del destinatario dell’atto.
Pertanto, in accoglimento del primo motivo di ricorso, assorbito il secondo, la sentenza impugnata va cassata, con rinvio ad altra sezione della CTR Veneto anche per la liquidazione delle spese del giudizio di legittimità.
PQM
Accoglie il primo motivo di ricorso, assorbito il secondo.
Cassa la sentenza impugnata e rinvia ad altra sezione della CTR Veneto anche per la liquidazione delle spese del giudizio di legittimità.
Così deciso il 24.5.2018 in Roma.